Visioni
«Gli orsi non esistono», la resistenza è un’immagine mancante
Al cinema In sala dal 6 ottobre il nuovo film di Jafar Panahi, premio della Giuria a Venezia. La riflessione sul ruolo dell’artista, l’autobiografia, il racconto dell’Iran tra la paura e il desiderio di fuggire
Jafar Panahi in una scena da «Gli orsi non esistono»
Al cinema In sala dal 6 ottobre il nuovo film di Jafar Panahi, premio della Giuria a Venezia. La riflessione sul ruolo dell’artista, l’autobiografia, il racconto dell’Iran tra la paura e il desiderio di fuggire
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 4 ottobre 2022
Lo scorso luglio Jafar Panahi è stato condannato in Iran a sei anni di carcere. Non era la prima volta che il regista una delle voci di dissenso più ferme in Iran subiva una condanna; già nel 2010, ai tempi dell’Onda verde, il movimento che chiedeva riforme nella vita civile e politica iraniana, Panahi che lo sosteneva si era visto imporre il divieto di prendere la parola pubblicamente, di girare film e di uscire dal Paese per vent’anni – una sorta di confino nell’invisibilità e nell’oblio (è una delle armi predilette delle dittature) che dimostra quanto spaventino sempre e ovunque...