Cultura
Gloria Anzaldúa, nel margine di un prisma meticcio
TEMPI PRESENTI Sull’attualità della scrittrice, intervista con la docente di Women’s Studies a Berkeley Paola Bacchetta. In questi giorni a Parigi, si ricorda la potente figura della femminista chicana, a 15 anni dalla scomparsa. Il suo testo del 1987 «Bordelands. La Frontera» è mappa di contaminazione tra Messico e Stati Uniti
TEMPI PRESENTI Sull’attualità della scrittrice, intervista con la docente di Women’s Studies a Berkeley Paola Bacchetta. In questi giorni a Parigi, si ricorda la potente figura della femminista chicana, a 15 anni dalla scomparsa. Il suo testo del 1987 «Bordelands. La Frontera» è mappa di contaminazione tra Messico e Stati Uniti
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 29 maggio 2019
«Scrittrice, poeta teorica femminista-queer chicana texana patlache (parola nahuatl per lesbica)». In questa personale descrizione che Gloria Evangelina Anzaldúa dava di sé stessa spicca una collocazione plurima e meticcia. Del resto la discendenza di Anzaldúa, nata in Texas da genitori di origine messicana, include sia i primi colonizzatori spagnoli del Messico sia i nativi di etnia e lingua nahuatl. Ecco perché guardava all’accoglienza delle diverse «correnti genetiche» secondo la prospettiva della mutabilità, capace di sviluppare pratiche di compimento delle contraddizioni e delle ambiguità – in uno stato di transizione perpetua. Di questo e molto altro parlava nel suo testo più...