Gnoli, lo sguardo delle cose nell’epidermide calorosa
A Milano, Fondazione Prada, la mostra di Domenico Gnoli, concepita da Germano Celant, a cura di Carlo Barbatti Cominciò, su scala internazionale, con illustrazioni e scenografie bizzarre e capricciose, ma è nel 1964 che l’occhio dell'artista nato a Roma si fa originale: in picchiata a schiacciarsi sugli oggetti. Le sue asole e i suoi bottoni hanno una qualità «imperterrita» che rimonta alla Metafisica, ma con affabilità
A Milano, Fondazione Prada, la mostra di Domenico Gnoli, concepita da Germano Celant, a cura di Carlo Barbatti Cominciò, su scala internazionale, con illustrazioni e scenografie bizzarre e capricciose, ma è nel 1964 che l’occhio dell'artista nato a Roma si fa originale: in picchiata a schiacciarsi sugli oggetti. Le sue asole e i suoi bottoni hanno una qualità «imperterrita» che rimonta alla Metafisica, ma con affabilità