Visioni
Godard e il miraggio dell’America, una storia di influenze e incolmabili distanze
Adieu Godard Il rapporto col cinema Usa, dalla presentazione de «La chinoise» alla factory di Coppola
Una scena da «La chinoise» (1967)
Adieu Godard Il rapporto col cinema Usa, dalla presentazione de «La chinoise» alla factory di Coppola
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 14 settembre 2022
Hawks, Lang, Siegel, Tashlin, Fuller, Jerry Lewis…amato/odiato a seconda dei momenti, il cinema americano è parte del Dna dell’opera di Godard, prima nei suoi testi critici e poi intessuto nella filigrana dei suoi film, anche quando ne prendeva le distanze. Il passaggio dall’entusiasmo giovanile alla disillusione è ben illustrato nella cronaca che Sophie Clouzot fece del tour promozionale per l’uscita Usa di La chinoise, organizzato nel 1968 da Richard Leacock e D.H. Pennebaker, che distribuivano il film. Godard aveva accettato di apparire in venti università degli States, portando con sé una copia in 35mm. Le cose iniziarono ad andare male...