Internazionale
Golpe o no, contro i kurdi Ankara è sempre in guerra
Turchia Intervista a Ari Murad, regista e giornalista kurdo: «Anche a sud-est pugno di ferro. La campagna militare sta finendo solo perché la devastazione è completa. Ma la repressione politica si intensificherà»
L'immagine del presidente turco Erdogan in piazza – Reuters
Turchia Intervista a Ari Murad, regista e giornalista kurdo: «Anche a sud-est pugno di ferro. La campagna militare sta finendo solo perché la devastazione è completa. Ma la repressione politica si intensificherà»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 luglio 2016
Nella notte di venerdì, mentre i carri armati circondavano l’aeroporto Ataturk a Istanbul e i caccia volavano sui cieli turchi, tra i più preoccupati dalla possibile escalation c’erano i cittadini kurdi. Impossibile vedere in un’eventuale golpe militare la strada verso la liberazione dal giogo imposto dal nazionalismo autoritario del presidente Erdogan: dopo i golpe del 1971 e del 1980 la sinistra turca e le ambizioni autonomiste kurde sono state le prime ad essere calpestate e soffocate. Si spiega (anche) così la pronta reazione dell’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, fazione di sinistra pro-kurda subito schierata contro i golpisti nonostante sia...