Cultura
Gosette Lubondo, la vita nascosta nell’abbandono
Fotografia Un incontro a Parigi con la giovane storyteller di Kinshasa. «"Imaginary Trip" parla dell’esperienza di un viaggio. Poi ho cominciato a riflettere sul concetto del lavoro, focalizzandomi su un luogo che ha forti legami con la comunità». Il nuovo progetto sarà a Gbadolite, nell’ex villaggio dove è nato Mobotu, fra eredità coloniale e presente
Gosette Lubondo, «Imaginary Trip II #18», 2017-18 (Courtesy of the artist and Galerie Angalia)
Fotografia Un incontro a Parigi con la giovane storyteller di Kinshasa. «"Imaginary Trip" parla dell’esperienza di un viaggio. Poi ho cominciato a riflettere sul concetto del lavoro, focalizzandomi su un luogo che ha forti legami con la comunità». Il nuovo progetto sarà a Gbadolite, nell’ex villaggio dove è nato Mobotu, fra eredità coloniale e presente
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 12 dicembre 2021
I luoghi tornano a popolarsi di storie nel racconto fotografico di Gosette Lubondo (Kinshasa, Repubblica Popolare del Congo 1993, vive e lavora a Kinshasa), giovane talento che nel 2017 ha vinto la residenza fotografica al Musée du quai Branly – Jacques Chirac, durante la quale ha realizzato la serie Imaginary Trip II (2017-2018) entrata nelle collezioni del museo parigino ed esposta nella collettiva À toi appartient le regard et (…) la liaison infinie entre les choses (2020). Un transitare che porta avanti e indietro, sollecitando una parte emotiva che è personale e collettiva. Lubondo ha in mente un nuovo progetto...