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Governo e partiti alla prova della ricostruzione
Fallito il salto al Colle, Draghi dovrà assumere in toto la gestione del Pnrr e della ripresa. E a ridosso delle elezioni del 2023, in una campagna elettorale senza esclusione di colpi
Fallito il salto al Colle, Draghi dovrà assumere in toto la gestione del Pnrr e della ripresa. E a ridosso delle elezioni del 2023, in una campagna elettorale senza esclusione di colpi
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 5 febbraio 2022
È finita come doveva finire. Con la continuità nei due principali ruoli di rappresentanza istituzionale e di governo, si rassicurano Europa e mercati e può decollare la fase operativa del Pnrr. Scegliendo di utilizzare il massimo finanziamento possibile (a fondo perduto e a debito), l’Italia è l’unico paese a fare una grande scommessa: aggiungere altro debito a quello preesistente contando su una ripresa economica tale da rendere sostenibile il tutto. L’azzardo – perché di questo si tratta – è stato accettato dalla Ue per la fiducia nelle due figure di riferimento di Draghi e Mattarella. La loro conferma, travagliata nelle...