Alias Domenica

Graves, nostalgia del male nella Nuova Creta

Graves, nostalgia del male nella Nuova Cretauna tavola da «The Cremaster 5», 1997, di Matthew Barney

«Sette giorni fra mille anni» Utopico e distopico, il romanzo di Robert Graves ha per protagonista un eccitabile poeta, alter ego dell’autore che si concesse questa pausa narrativa alla fine degli anni quaranta

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 5 aprile 2015
A felice conclusione del lungo, avventuroso viaggio entro il labirintico mito della Dea Bianca, Robert Graves aveva scritto: «Un profeta come Mosè, o come Giovanni Battista, o Maometto, parla in nome di una divinità maschile e afferma: “Così dice il Signore!” Io non sono il profeta della Dea Bianca e mai oserei affermare: “Così dice la Dea!”. Ma la semplice dichiarazione piena di amore: “Nessuno più grande, della Triplice Dea!” è stata sempre fatta, implicitamente o esplicitamente, da tutti i poeti della Musa da quando ebbe inizio la poesia.» Per comporre nel 1948 la Dea Bianca, il tanto osannato saggio...

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