Vittore Grubicy De Dragon, "Dopo due giorni di nevicata a Miazzina", 1897-1908, Livorno, Fondazione Livorno
Alias Domenica
Grubicy, divisionismo di un pianeta spento
A Livorno, Museo della Città, "Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità", a cura di Sergio Rebora e Aurora Scotti «Visione immota, cinerea», così Emilio Cecchi su Grubicy: pittore, ma anche mecenate, amico, critico, gallerista, e la mostra ne dà conto con varie testimonianze eterogenee. Dai giapponesi, di cui collezionava le stampe, apprese quel «cupio dissolvi» dell’anima nel paesaggio che lo avvicinava a Fontanesi
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 19 giugno 2022
Giorgio VillaniLIVORNO
Il ritratto di Vittore Grubicy realizzato nel 1922 da Adolfo Wildt, Livorno, Fondazione Livorno La ricostruzione degli ambienti, delle amicizie, delle relazioni, dell’intimità di un artista porta sempre qualche risultato interessante, ma nel caso di un’opera come quella del pittore Vittore Grubicy De Dragon, così fittamente intrecciata ai vari aspetti della sua attività di mecenate, d’amico, di critico e di gallerista, codesta speculazione si fa quasi necessaria. Non si può, perciò, non approvare Sergio Rebora e Aurora Scotti, curatori della mostra Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità (al Museo della Città di Livorno, fino al 10...