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Gauguin, tortuosità demoniache del ritrarre

Gauguin, tortuosità demoniache del ritrarrePaul Gauguin, "Busto di Meyer de Haan", 1889, Ottawa, National Gallery of Canada

A Londra, National Gallery, la mostra dei ritratti di Paul Gauguin Effigi irregolari, bizzarre, brutali. «Indiano d’America» e «individuo sensibile», l’artista gioca a identificarsi con l’altro

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 8 dicembre 2019
«Gauguin, con la sua sovrana potenza di visione e di espressione, offre l’esempio di rare facoltà decorative, al servizio di una radiosa intelligenza; sembra un etnografo, specialmente adatto a decifrare l’enigma dei volti e degli atteggiamenti, a cogliere la severa bellezza delle immagini primitive, a incarnare nel suo ritmo e nella sua grandezza ieratica il gesto dei contadini e degli uomini semplici». Così il critico Roger Marx nel 1891, pochi mesi prima della partenza dell’artista per la Polinesia francese, descrive la sua abilità e perspicacia nell’interpretare le profonde tortuosità dell’animo umano. Ed è appunto intorno alla ritrattistica che si incentra...

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