Politica

Guerra di parole all’Italicum

Guerra di parole all’Italicum

Legge elettorale La minoranza Pd protesta, ma non sostiene i referendum. Bersani avanza le sue condizioni sul premio alla lista in vista di ottobre. D'Alema: se i cittadini non potranno votare per la camera alta e i seggi della camera saranno scelti dai capi partito, vuol dire che giocheranno a briscola

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 27 maggio 2016
Cambiare l’Italicum. È una delle tre condizioni che la minoranza del Pd sta ponendo (da mesi) al presidente del Consiglio Renzi per disporsi a votare Sì al referendum costituzionale. Le altre due sono la disponibilità a discutere una legge per l’elezione dei senatori-consiglieri regionali (Renzi è disponibile, ma dopo il referendum) e che la campagna elettorale non sia trasformata in una battaglia personale (Renzi dice che non è lui a volerlo). L’Italicum dunque è un po’ la penultima trincea, e Bersani ha ripetuto ieri la sua richiesta, nemmeno troppo perentoria: «Suggerisco che venga dichiarata la disponibilità, una volta approvata la...

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