Internazionale
Guerra di «verità» e aiuti impossibili nel Tigray
Etiopia Il premier Abiy Ahmed: «La cricca criminale del Tplf è allo sbando, offensiva finita». Ma per le Nazioni unite «la regione resta troppo pericolosa per inviare convogli umanitari»
Profughi tigrini guardano le news grazie a un vecchio televisore nel capo di Qadarif, in Sudan – Ap
Etiopia Il premier Abiy Ahmed: «La cricca criminale del Tplf è allo sbando, offensiva finita». Ma per le Nazioni unite «la regione resta troppo pericolosa per inviare convogli umanitari»
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 9 dicembre 2020
Ogni guerra, si potrebbe dire parafrasando Hannah Arendt, non restituisce verità ma ricompone poteri. Oltre che militare quella del Tigray è una battaglia a colpi di «verità». La più significativa ripresa da tutti i media internazionali è la dimensione delle forze militari del Tigray People’s Liberation Front (Tplf): 250mila combattenti secondo la Bbc (27 novembre) sull base forse di un report dell’International Crisis Group dove si parla di 250 mila «troops combined». Ma «truppe miste» fa pensare, oltre a militari di professione e forze di polizia, anche alle cosiddette milizie di comunità che per dirla con le parole di una...