Gusto, buon
Einstein mentre studia musica, 1929
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Gusto, buon

In una parola Giornalisti e politici forse dovrebbero ascoltare più spesso Haydn e Mozart? Perché no
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 15 aprile 2014
Nel delizioso libretto di Alfred Brendel Abbecedario di un pianista (Adelphi) alla parola gusto l’autore ricorda che il termine era usato frequentemente nella famiglia Mozart. Il gusto nell’esecuzione musicale: uno stile che cambia a seconda dell’esecutore, dell’epoca e delle diverse culture . «La musica – scrive Brendel – viene spesso accostata a linguaggio, colore o architettura, ma qui è in primo piano l’associazione con il gusto inteso come sapore. “Con gusto” incoraggia l’interprete ad addentare il pezzo con piacere». Basta aver ascoltato certe esecuzioni dello stesso Brendel, per esempio di alcune sonate per pianoforte di Haydn, notevolmente saporite, per capire...

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