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Hamsun, equivoca nostalgia di un mondo mai esistito

Hamsun, equivoca nostalgia  di un mondo mai esistitoHarald Sohlberg, «Notte d'inverno tra le montagne», 1914

Scrittori norvegesi Mentre lo protegge con un velo di ironia, Knut Hamsun mette in scena un disadattato che fugge nella natura la divisione del lavoro: l’utopia reazionaria di «Germogli della terra», in prima traduzione integrale, da Einaudi

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 2 gennaio 2022
Si potrebbe ripercorrere l’intera parabola della letteratura romantica – e forse moderna – partendo da due parole tedesche: Heimweh e Ferneh. Se la prima è facilmente traducibile in italiano con «nostalgia», la seconda indica invece una tensione commossa per l’altrove, un irrequieto desiderio di fuga nella distanza. In questa stessa oscillazione tra il bisogno struggente di un ritorno a casa, e l’inquietudine del viaggio, o il rifiuto di ogni fissità, si potrebbe riassumere anche il percorso di Knut Hamsun, forse il più grande scrittore di lingua norvegese del Novecento. Almeno tre capolavori Fame, Misteri e Pan, lo imposero a cavallo...

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