Internazionale

«Heartland» è un osso duro anche per al Baghdadi

«Heartland» è un osso duro anche per al BaghdadiImmagine di Ayad Alkhadi

Asia centrale I governi dell’area, in particolare quelli del Tagikistan e dell’Uzbekistan, usano la minaccia del terrorismo per reprimere ogni forma di dissenso

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 giugno 2016
L’ultimo grido di allarme è stato lanciato da Zamir Kabulov, inviato speciale del presidente Putin a Kabul e capo del dipartimento asiatico del ministero degli esteri russo: in Afghanistan ci sono 10.000 combattenti dell’Isis pronti a infiltrarsi in Asia Centrale e successivamente in Russia. Un avvertimento che fa eco a quelli continuamente lanciati dai presidenti-padroni dei cinque «regimi-stan» che occupano il centro dell’Eurasia, da sempre abituati a considerare qualsiasi movimento di matrice islamica come una minaccia diretta al proprio potere e particolarmente preoccupati per l’attività portata avanti dagli emissari del Califfato all’interno dei loro confini. Oggetto di perenne contesa tra...

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