Alias Domenica
Hedayat, visioni fantasmatiche per sfuggire ai sogni disattesi
Classici del Novecento Più ascrivibile a una sorta di buddismo gotico che al surrealismo cui Bréton lo fece risalire, «La civetta cieca» è ora tradotto da Anna Vanzan, per la prima volta dal testo persiano: da Carbonio
August Natterer, «I miei occhi al momento delle apparizioni», 1911-1913
Classici del Novecento Più ascrivibile a una sorta di buddismo gotico che al surrealismo cui Bréton lo fece risalire, «La civetta cieca» è ora tradotto da Anna Vanzan, per la prima volta dal testo persiano: da Carbonio
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 22 marzo 2020
In rue Championnet, a Parigi, nessuna targa ricorda la sera di aprile del 1951 in cui Sadeq Hedayat mise fine alla propria esistenza aprendo il gas dell’appartamento in cui abitava. L’Iran, terra d’origine dello scrittore, non gli ha mai dedicato un monumento, un segno tangibile di commemorazione. Se ne lamentava non più di cinque anni fa Mathias Enard, in Bussola. Più precisamente, se ne lamentava, al posto di Enard, un personaggio di quella straordinaria riflessione romanzesca sull’orientalismo. E non senza motivo. In entrambi i paesi, Hadeyat ha lasciato infatti un’impronta rilevante. Nonostante la pessima fama di cui ha goduto in...