Cultura
Hoda Barakat, la voluta illusione di poter comunicare
L'intervista Parla la scrittrice libanese che ha vinto lo scorso anno l’Arab Booker con «Corriere di notte» (La nave di Teseo). Le vite negate dei migranti nello specchio del virus al Salone Extra di Torino che si inaugura domani. «Le vittime dell’epidemia muoiono ora senza parenti né riti, in totale isolamento, come accadeva e accade ai profughi in mezzo al mare»
Syrian Migration #6 dell’artista americano-libanese Helen Zughaib
L'intervista Parla la scrittrice libanese che ha vinto lo scorso anno l’Arab Booker con «Corriere di notte» (La nave di Teseo). Le vite negate dei migranti nello specchio del virus al Salone Extra di Torino che si inaugura domani. «Le vittime dell’epidemia muoiono ora senza parenti né riti, in totale isolamento, come accadeva e accade ai profughi in mezzo al mare»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 13 maggio 2020
Prima di essere sorpresa dalla pandemia lavorava a un nuovo romanzo, «ma mi ero già fermata perché mi sono rotta una spalla e non riesco a concentrarmi, quasi neppure a leggere, per il dolore». Però ora, costretta come tutti a un isolamento forzato, ammette, «non mi dispiace questa sensazione di vuoto siderale. Non mi sento intrappolata, è piuttosto il mondo esterno che ha sposato i miei ritmi». Hoda Barakat risponde dalla sua casa di Parigi alle domande del manifesto, mostrando le proprie incertezze e preoccupazioni di fronte all’evoluzione del contagio, ma senza negare che la scelta del «confinamento» non è...