Alias Domenica
Hofmannsthal in fuga dalla schiavitù della realtà
Grand Tour Come già per Goethe, l’Italia è per Hofmannsthal gentile consigliera in tempi di smarrimento. Ma la sua è la sfida di un viaggiatore impressionista, che dal Veneto manda solo brevi flash, smarcandosi dalla obiettività borghese, dai criteri dell’utile e della ragionevolezza
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Grand Tour Come già per Goethe, l’Italia è per Hofmannsthal gentile consigliera in tempi di smarrimento. Ma la sua è la sfida di un viaggiatore impressionista, che dal Veneto manda solo brevi flash, smarcandosi dalla obiettività borghese, dai criteri dell’utile e della ragionevolezza
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 10 agosto 2014
Karl Kraus, come si sa, non amava Hofmannsthal: a fine secolo lo aveva liquidato insieme ai letterati da caffè che inondavano di fremiti parigini la vita culturale viennese e aveva processato il suo umanesimo malinconico e inattuale, bocciando senza appelloquella propensione per le altezze «che si fanno sempre più alte», tanto alte da sfuggire anche al suo affondo da patologo. Ironico, Kraus liquida anche il mito italiano di Hofmannsthal, un materiale ricchissimo e variegato in bella vista nel laboratorio del poeta, fatto di viaggi, incontri, pensieri e sontuosi fondali di tanti suoi scritti, dal dramma lirico dei diciassette anni, Gestern...