Alias Domenica
Honegger, estroflessioni
A Parigi, Centre Pompidou, una mostra del «concretista» svizzero Gottfried Honegger (nato nel 1917) si formò sulle idee di Van Doesburg e le ha piegate a un’idea molto impegnata di società estetica
Gottfried Honegger nel 2009 all’Espace de l’Art Concret a Mouans-Sartoux (foto Stephane Danna)
A Parigi, Centre Pompidou, una mostra del «concretista» svizzero Gottfried Honegger (nato nel 1917) si formò sulle idee di Van Doesburg e le ha piegate a un’idea molto impegnata di società estetica
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 30 agosto 2015
Riccardo VenturiPARIGI
Alla fine degli anni cinquanta, nel pieno della crisi del quadro da cavalletto, la pittura subisce una metamorfosi: le tele diventano aggettanti e si protendono verso l’esterno, verso lo spazio tridimensionale della realtà, lo stesso occupato dallo spettatore. Sospesi tra pittura e scultura, questi oggetti segnano una doppia trasgressione delle proprietà specifiche del medium della pittura astratta secondo la lettura modernista: la sua delimitazione e la sua bidimensionalità. L’estoflessione è così una deformazione, un’escrescenza, quasi una malattia della planeità. Curiosamente, almeno sin dai Gobbi di Burri, l’estroflessione fiorisce in Italia, uno dei paesi europei meno colpiti dal verbo modernista. Sbaglieremmo...