Hopkins, le mille varianti del mondo creato
Graham Sutherland, Bees - espulsione e uccisione, 1977
Alias Domenica

Hopkins, le mille varianti del mondo creato

Ottocento inglese Celebrazione del pointillisme divino... Einaudi rende di nuovo accessibile il corpus del poeta gesuita inglese, ripubblicando le traduzioni di Viola Papetti
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 29 maggio 2022
«La poesia inglese ha bisogno di essere brutalizzata», scriveva Synge all’amico Yeats, ancora preraffaellita. L’auspicio dell’irlandese si realizzò quando, dopo la Grande Guerra, lo stagno della poesia britannica venne smosso da due americani, Eliot e Pound. Ma senza che quasi nessuno se ne accorgesse, Gerard Manley Hopkins, un gesuita inglese morto nel 1889, lo aveva già smosso eccome. Le sue poesie, tutte inedite, vennero timidamente pubblicate nel 1914 da Robert Bridges, Poeta Laureato, che non mancava di scusarsi di certi «difetti stilistici» che ne guastavano il «decoro letterario». «Se l’amico Bridges avesse pubblicato a fine Ottocento le poesie a lui...

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