Visioni
Hugo Fregonese, le immagini inquiete di un «vagabondo»
Cinema ritrovato Il festival vince la scommessa della visione collettiva grazie anche a un lavoro costante tutto l’anno, L’opera del regista argentino tra thriller, western, sentimenti oscuri
Una immagine della proiezione di «Femmine folli» – foto di Margherita Caprilli
Cinema ritrovato Il festival vince la scommessa della visione collettiva grazie anche a un lavoro costante tutto l’anno, L’opera del regista argentino tra thriller, western, sentimenti oscuri
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 30 giugno 2022
Cristina PiccinoBOLOGNA
Ha proprio ragione John Landis a dire che l’esperienza di un film in sala col pubblico è diversa, anzi è speciale – il suo The Blues Brothers chiuderà il Cinema ritrovato con la proiezione in Piazza Maggiore domenica. Non è semplice retorica né questione di nostalgia (vintage) o di sala vs. piattaforma, e il festival bolognese ne è la prova. Prendiamo un film come Femmine folli (Foolish Wives) di Erich von Stroheim, un classico del 1922 – è infatti nella sezione Cento anni fa: 1922 – che all’epoca venne pubblicizzato come «il primo film da un milione di dollari» (ma...