Visioni

I centri antiviolenza e la non innocente avarizia di certe regioni

I centri antiviolenza e la non innocente avarizia di certe regioni

Habemus Corpus La Lombardia pretende che venga fornito loro il codice fiscale delle donne che chiedono aiuto

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 marzo 2021
Quando un uomo picchia, maltratta, umilia, ricatta economicamente una donna non siamo soltanto davanti a un reato, ma a un comportamento che nasce dal potere che una persona si dà su un’altra. Nel 1986 nacque a Milano il primo centro antiviolenza italiano, (Cadmi, Casa delle donne maltrattate). Furono le donne a prendere in mano la situazione inventando un modello di aiuto che negli anni ha affiancato 30mila donne nel difficile percorso di ricostruzione di sé. Quella pratica femminista ha dato risultati e fatto scuola fino a ispirare la nascita di una rete di centri antiviolenza (finora 82) che oggi aderiscono...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi