Cultura
I confini mutanti della zona nera
NOVECENTO «Fascismo immaginario», un volume di Andrea Martini edito da Laterza. Dal dopoguerra, a destra, la riscrittura del passato vede convergere nostalgia e banalizzazione. Fin da dopo il 1945, alle narrazioni repubblicane e democratiche si sono affiancati atteggiamenti mentali che si basano sulla diffidenza preventiva verso ogni forma di pluralismo
Ikons images / foto Ap
NOVECENTO «Fascismo immaginario», un volume di Andrea Martini edito da Laterza. Dal dopoguerra, a destra, la riscrittura del passato vede convergere nostalgia e banalizzazione. Fin da dopo il 1945, alle narrazioni repubblicane e democratiche si sono affiancati atteggiamenti mentali che si basano sulla diffidenza preventiva verso ogni forma di pluralismo
Pubblicato 8 mesi faEdizione del 15 marzo 2024
Che il fenomeno fascista, in senso lato, sia connotato da una lunga durata, prescindendo quindi dal solo regime politico ed istituzionale che, in Italia, gli ha dato forma concreta e compiuta per una ventina d’anni, rimane fatto risaputo. Quanto meno tra coloro che fanno storia e non invece storytelling. Va da sé che nel rimando al fascismo possano ricadere più aspetti di una sorta di tradizione nera, basata sulla ricorrenza di alcuni paradigmi intrinsecamente antidemocratici, illiberali e antisocialisti. All’interno tuttavia, di una dialettica tra potere, consenso e mobilitazione pubblica che è anche parte della nostra modernità. Di cui il fascismo...