Lavoro
I contratti stabili? Soltanto 47 in più
Jobs Act Il flop di luglio conferma la precipitazione da maggio in poi. Il saldo tra nuovi tempi indeterminati e cessazioni dice che la riforma Renzi, fra incentivi e tutele crescenti, non sta funzionando. Il giallo delle tabelle ministeriali «pasticciate»: alcuni numeri forniti dallo staff di Poletti sono confusi. E nel mirino del governo finiscono le pensioni
– Aleandro Biagianti
Jobs Act Il flop di luglio conferma la precipitazione da maggio in poi. Il saldo tra nuovi tempi indeterminati e cessazioni dice che la riforma Renzi, fra incentivi e tutele crescenti, non sta funzionando. Il giallo delle tabelle ministeriali «pasticciate»: alcuni numeri forniti dallo staff di Poletti sono confusi. E nel mirino del governo finiscono le pensioni
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 26 agosto 2015
Nessuna tregua per il governo sul fronte del mercato del lavoro. Al rientro dalla pausa estiva, i contratti a tutele crescenti non supportano la propaganda. Secondo le informazioni contenute nell’ultima nota mensile del ministero del Lavoro, pubblicata ieri, i contratti a tempo indeterminato (a tutele crescenti) al netto delle cessazioni sono stati appena 47 nel mese di luglio (lo 0,3% del totale dei rapporti netti). Impietoso è il confronto con le altre tipologie contrattuali, a conferma che non c’è argine al precariato nelle riforme del governo. Tranne nel caso delle collaborazioni (-23.122), le altre tipologie sovrastano numericamente i tempi indeterminati....