Internazionale
I diritti calpestati in Marocco, «uno dei Paesi più democratici dell’area»
Dietro le quinte del "Maroccogate" anche le tecniche repressive utilizzate da Rabat per liberarsi di attivisti e giornalisti. La denuncia di Human Rights Watch Dietro le quinte del “Maroccogate” anche le tecniche repressive utilizzate da Rabat per liberarsi di attivisti e giornalisti. La denuncia di Human Rights Watch
Un manifestante pro-Saharawi di fronte all'ambasciata marocchina di Madrid – Ap
Dietro le quinte del "Maroccogate" anche le tecniche repressive utilizzate da Rabat per liberarsi di attivisti e giornalisti. La denuncia di Human Rights Watch Dietro le quinte del “Maroccogate” anche le tecniche repressive utilizzate da Rabat per liberarsi di attivisti e giornalisti. La denuncia di Human Rights Watch
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 21 dicembre 2022
La vicenda dei rapporti tra Antonio Panzeri e i servizi segreti marocchini ha messo in evidenza alcune tecniche e procedure utilizzate dalla Direction Générale des Études et de la Documentation (Dged – servizi di sicurezza per l’estero) di Rabat per «un’azione persuasiva» e il «controllo» di alcuni eurodeputati intercettati con l’utilizzo dello spyware israeliano Pegasus. CONTROLLO CHE SERVIVA come possibile strumento di «corruzione o ricatto», come riferito dalla procura di Bruxelles, riguardo ai corposi accordi economici tra Unione europea e Marocco, alla legittimazione dello sfruttamento delle risorse e dell’occupazione di un territorio «non autonomo» come il Sahara occidentale e ad...