Internazionale
Ritorno di fiamma a Mosul
Reportage Nella città riconquistata dall’esercito di Baghdad «a qualsiasi costo», come ha denunciato Amnesty International, la bandiera irachena svetta tra i detriti della grande moschea di al-Nuri e quella del Califfato viene venduta come gadget. La vecchia medina è ormai solo un’intuizione. E tra gli sfollati si confondono i miliziani sconfitti
Una persona cammina tra quello che rimane, oggi, di Mosul – Reuters
Reportage Nella città riconquistata dall’esercito di Baghdad «a qualsiasi costo», come ha denunciato Amnesty International, la bandiera irachena svetta tra i detriti della grande moschea di al-Nuri e quella del Califfato viene venduta come gadget. La vecchia medina è ormai solo un’intuizione. E tra gli sfollati si confondono i miliziani sconfitti
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 22 agosto 2017
Marta CosentinoMosul
Se la passano di mano in mano, se la sfregano tra le dita, qualcuno se l’avvicina al naso, come se l’odore potesse tradirne la consistenza: «Che tessuto è? Non sembra cotone». A MOSUL OVEST, o right, come la chiamano gli iracheni, l’estetica della vittoria è anche questo: una bandiera dell’autoproclamato Califfato mostrata, con orgoglio trattenuto, alla stregua di trofeo. Il drappo nero, di raso robusto, la professione di fede islamica cucita in bianco, viene aperto nel salotto di un edificio su due piani nella parte occidentale della città, a una manciata di passi da quello che resta della città vecchia,...