Alias

I dreamers di Gilles Groulx, il forsennato Hopper

Loquasto International Film Festival Inseguendo storicamente gli spostamenti progressivi del «cinèma-vèritè« il LIFF capta l’esempio decisivo di «Le chat dans le sac», primo lungometraggio (è il 1964) dell’ex-montatore di Radio Canada Gilles Groulx, e […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 8 agosto 2020
Inseguendo storicamente gli spostamenti progressivi del «cinèma-vèritè« il LIFF capta l’esempio decisivo di «Le chat dans le sac», primo lungometraggio (è il 1964) dell’ex-montatore di Radio Canada Gilles Groulx, e testimonianza irripetibile – perché insieme crepuscolare e godardiana – di quella «rivoluzione silenziosa» che il Quebec conobbe dopo l’elezione di Jean Lesage nel 1960. Lui, un giovane intellettuale già travolto dal disincanto e soprattutto pietrificato di fronte alla sola ipotesi della «militanza»; lei, studentessa di teatro, figlia borghese, di più ordinaria familiarità con lo «slancio vitale». Da subito Claude (Claude Godbout) esplicita davanti alla macchina da presa i cardini del...

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