Visioni
I fantasmi borghesi della Bella e la Bestia
Al cinema Christopher Gans rilegge la celebre fiaba strizzando l'occhio alla versione di Cocteau, Disney e al tocco di Miyazaki
Vincent Cassell e Lea Seydoux
Al cinema Christopher Gans rilegge la celebre fiaba strizzando l'occhio alla versione di Cocteau, Disney e al tocco di Miyazaki
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 27 febbraio 2014
Christophe Gans non è un cineasta molto prolifico. Dal 1993, anno del film collettivo Necronomicon, del quale dirige il segmento The Drawned, firma solo tre lungometraggi a intervalli di tempo sempre crescenti. Cinefilo espertissimo e dal gusto articolato, è tra i fondatori della storica rivista Starfix, esordisce con un omaggio amatoriale a Mario Bava (Silver Slime, si legge Bava d’argento…) e crea la collana HK dedicata ai capolavori del cinema di Hong Kong. Se Crying Freeman giunge a soli due anni di distanza da Necronomicon, al successivo Il patto dei lupi, il più noto dei titoli di Gans, sono necessari...