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«I Mojahedin non sono l’anima della nostra rivoluzione»

«I Mojahedin non sono l’anima della nostra rivoluzione»Studenti dell’Università di Teheran scioperano dalle lezioni dopo l’arresto del giovane Mohammad Shebahati

Iran L’attivista 28enne Nazanin parla del ruolo crescente del Mek all’estero. Ma non in patria: «Divisi per genere, donne velate: non combattono per la libertà delle donne ma per il potere»

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 11 dicembre 2022
L’establishment iraniano continua assiduamente ad accusare l’ingerenza dei paesi stranieri nei recenti eventi del paese. Ai gruppi di opposizione all’estero viene imputato di essere al soldo di stranieri per destabilizzare l’Iran per i loro fini. Il dito dei governati iraniani è puntato, in particolare, sul Mojahedin-e-Khalq (Mek), l’organizzazione più nota tra gli oppositori guidata da Maryam Rajavi. L’assidua attività politica di Rajavi presso l’amministrazione americana e varie cancellerie europee viene presentata dal regime come un’inconfutabile prova di essere collegata ai poteri forti che complottano contro il paese. Il sito di Mek riporta anche un incontro di Rajavi con il Senato...

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