C’è qualcosa di poco chiaro, fino ad ora, in questa storia.
Ad iniziare dall’atteggiamento iraniano subito dopo le prime notizie, tendente apparentemente ad avvalorare la tesi del maltempo e/o dell’incidente meccanico (l’accusa agli Usa di aver bloccato i pezzi di ricambio dei vecchi elicotteri) e a rassicurare l’opinione pubblica del paese e Internazionale sulla tenuta del regime.
Gli Usa che a loro volta sembrano assumersi qualche responsabilità, indicando le mani sporche di sangue di Raisi, ex inquisitore feroce degli oppositori interni.
Mentre gli Israeliani, anch’essi fin da subìto, escludono qualsiasi loro responsabilità nell’accaduto, senza che nessuno li abbia accusati, nemmeno lo stesso Iran.
Inoltre vi sono due dati di fatto che non possono non essere considerati:
- l’incidente è avvenuto vicino al confine con un paese in ottimi rapporti con Israele, l’Azerbaijan, da dove l’alta delegazione stava tornando in patria a Tabriz dopo aver inaugurato una diga con il presidente azero Aliyev.
Il che renderebbe plausibile un sabotaggio del velivolo, un attentato con esplosivi o un abbattimento con missili, da parte israeliana.
- Gli altri due elicotteri, con altri ministri e funzionari, che accompagnavano quello presidenziale, sono tornati a destinazione.
Come è possibile che questi due non si siano accorti dell’incidente e non abbiano cercato di fermarsi e intervenire?
È ipotizzabile un complotto di origine interna?