Internazionale
I precari della gig economy e la rappresentazione del conflitto
Intervista a Ya-Wen Lei Uno degli obiettivi delle società è quello di dividere i lavoratori e fare in modo che non siano solidali tra loro. E, inoltre, evitare che ci sia un calo di efficienza
Lavoratori di Alibaba, piattaforma di e-commerce cinese – Ap
Intervista a Ya-Wen Lei Uno degli obiettivi delle società è quello di dividere i lavoratori e fare in modo che non siano solidali tra loro. E, inoltre, evitare che ci sia un calo di efficienza
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 14 luglio 2021
Intervista a Ya-Wen Lei, autrice dello studio Delivering Solidarity: Platform Architecture and Collective Contention in China’s Platform Economy. Sono 200 milioni (un quarto del totale) i lavoratori in Cina impiegati nella gig economy. Già nei primi mesi del 2020, il premier Li Keqiang aveva riconosciuto il contributo di questi lavori a chiamata e a termine nella riduzione della disoccupazione. Ma l’economia delle piattaforme che ruolo ha? Di occupazione flessibile si parla in Cina già dagli anni ’80, quando sono nate quelle agenzie di collocamento divenute in poco tempo indispensabili per il settore manifatturiero, il quale ha bisogno di integrare manodopera...