Visioni
I racconti di Sasà, dai Quartieri spagnoli a Genet
A teatro Infanzia e adolescenza napoletana, le esperienze di piccola delinquenza fino agli anni in carcere. Salvatore Striano mette in scena in «Il giovane criminale» la sua personale storia di formazione in cui nulla viene omesso
Salvatore «Sasà» Striano in «Il giovane criminale»
A teatro Infanzia e adolescenza napoletana, le esperienze di piccola delinquenza fino agli anni in carcere. Salvatore Striano mette in scena in «Il giovane criminale» la sua personale storia di formazione in cui nulla viene omesso
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 12 gennaio 2019
Davvero è una esperienza fuori della norma stare ad ascoltare, incantati ma ben presenti, il racconto che Salvatore Striano, detto Sasà, fa della propria vita, dall’infanzia e adolescenza nei Quartieri spagnoli di Napoli, alle esperienze di piccolo crimine, fino al carcere. E oggi al teatro. Anzi da parecchio tempo, visto che Sasà proprio in carcere ha cominciato a giocare (jouer direbbero i francesi, che significa appunto anche recitare) col teatro. A Rebibbia nelle esperienze condotte da Fabio Cavalli, e poi anche nel film pluripremiato che vi girarono i fratelli Taviani, Cesare non deve morire, dove egli interpretava Bruto, l’assassino di...