Internazionale

I raid non impensieriscono l’Isis

I raid non impensieriscono l’Isis

Guerra A un anno dall’inizio delle operazioni Usa in Siria (3mila bombardamenti) lo Stato Islamico resta - più o meno - dov’era. Va meglio a Mosca che ha dalla sua l’esercito governativo e i servizi segreti di Damasco. Le truppe di Assad sono avanzate a nord e al centro

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 28 novembre 2015
Dodici morti, tra loro cinque bambini: è il bilancio del raid che ieri ha colpito la scuola Heten, a Raqqa. Da quando la città siriana è stata eletta «capitale» del Califfato, la scuola era usata come base dai miliziani. Per ora nessuno sa dire che bandiera fosse stampata sul jet responsabile dell’attacco, la francese, la statunitense o la russa. Si aggiungono alle centinaia di civili vittime della coalizione. A far uscire le loro storie provano attivisti e organizzazioni, a volte i familiari. È quello che ha fatto Muawiyya al-Amouri, padre siriano di sei figli, uccisi ad agosto a Atmeh, città...

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