Visioni

I «razzisti perbene» del calcio italiano

I «razzisti perbene» del calcio italiano

Calcio Carlo Tavecchio ha proposto un minuto di raccoglimento, si è ripulito. E non importa se il capitano della Nazionale, Gigi Buffon, vestiva la maglia numero 88 e ci scriveva sopra il motto «Boia chi molla»

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 27 ottobre 2017
Ora che il capro espiatorio è stato caricato dei peccati del mondo e mandato a vagare nel deserto, siamo tutti più contenti. I colpevoli sono i tifosi. Folk devils,  «cattivi a tutto tondo, senza alcuna possibile giustificazione o motivazione», li definiva il sociologo Valerio Marchi, il primo a studiare le curve non come territorio alieno ma come sintomatologie del tessuto sociale. Sono loro gli antisemiti, la feccia. La società è sana. E fa niente se il capo del calcio italiano, Carlo Tavecchio, ha una lunga storia di volgarità razziste su ebrei, omosessuali, africani che mangiano banane. E a settembre era invitato come...

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