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I riformisti fasulli nella cruna della questione fiscale
Sinistra Solo la sinistra, attualmente senza nessuna possibilità di incidere sui processi in corso, potrebbe riaprire il discorso per «un assetto profondamente diverso» del sistema fiscale. Capace di rispondere non solo a criteri di giustizia tributaria, ma anche di incrementare, tramite meccanismi di sottrazione ed addizione, politiche economiche «profondamente diverse»
«Compagni compagni» di Mario Schifano, 1968
Sinistra Solo la sinistra, attualmente senza nessuna possibilità di incidere sui processi in corso, potrebbe riaprire il discorso per «un assetto profondamente diverso» del sistema fiscale. Capace di rispondere non solo a criteri di giustizia tributaria, ma anche di incrementare, tramite meccanismi di sottrazione ed addizione, politiche economiche «profondamente diverse»
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 13 agosto 2021
«Il riformismo ha presidiato politicamente e culturalmente la zona rossa» di Genova vent’anni fa, e per questo ha un «conto apertissimo» con quella vicenda e i suoi più generali e profondi significati. Un’affermazione di Nichi Vendola (Huffington post, 20 luglio) del tutto condivisibile. L’uso del termine «riformismo», sia pure in parte corretto da una precisazione («cosiddetto»), apre, invece, ad un’area di indeterminatezza che rischia di non farci comprendere una realtà sedimentata da un radicamento di lungo periodo. È tale realtà che non permette a quei «rifomisti», né oggi né in futuro, di chiudere un conto che non avvertono come tale....