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I Rondinini nella catena del gusto

I Rondinini nella catena del gustoLa Pietà Rondinini di Michelangelo, la foto è di Mauro Magliani e Barbara Piovan

Cristiano Giometti e Loredana Lorizzo, "Per diletto e per profitto. I Rondinini e l’Europa", Officina Libraria Vengono ricostruite, sulla base di approfondite ricerche archivistiche, le preferenze estetiche della famiglia Rondinini, piuttosto omogenee lungo le generazioni: Classicità e Michelangelo (la celebre Pietà ora a Milano), caravaggeschi e paesaggisti olandesi. Il palazzo di famiglia in via del Corso era fra i più notevoli della Roma settecentesca: tra i visitatori Goethe e Winckelmann

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 aprile 2019
Partiamo dalla fine della storia, quando il 30 giugno 1952 il sindaco di Milano Virgilio Ferrari riuscì ad assicurare, dopo un’infinita serie di trattative, la Pietà di Michelangelo (l’ultimo capolavoro del ‘divino’ artista, lasciato incompiuto) al suo comune, complice anche il sostegno dell’allora direttrice della Pinacoteca di Brera Fernanda Wittgens. L’opera è nota ancora oggi come Pietà Rondinini, dal nome dei loro antichi proprietari. Insieme alla Medusa conservata oggi alla Glyptothek di Monaco di Baviera l’opera è forse il pezzo più famoso di quell’antica collezione. Dietro il nome Rondinini si celano le vicende delle diverse generazioni di questa ampia famiglia:...

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