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I «salvatori» dell’Iraq
L'arte della guerra Gli Stati uniti rilanciano la loro strategia per il controllo del Paese, anche per impedire alla Cina, che ha stretto forti legami con Baghdad, di accrescere la sua presenza economica nel paese
L'arte della guerra Gli Stati uniti rilanciano la loro strategia per il controllo del Paese, anche per impedire alla Cina, che ha stretto forti legami con Baghdad, di accrescere la sua presenza economica nel paese
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 agosto 2014
I primi cacciabombardieri Usa, che in Iraq hanno attaccato l’8 agosto obiettivi nella zona controllata dall’Isis, sono decollati dalla portaerei battezzata «George H. W. Bush», in onore al presidente repubblicano autore nel 1991 della prima guerra contro l’Iraq. Continuata da suo figlio, George W. Bush, che nel 2003 attaccò e occupòil paese, accusando Saddam Hussein (in base a «prove» rivelatesi poi false) di possedere armi di distruzione di massa e sostenere Al Qaeda. Dopo aver impiegato nella guerra interna in Iraq oltre un milione di soldati, più centinaia di migliaia di alleati e contractor, gli Stati uniti ne sono usciti...