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I sauditi non sanno più che carte giocare
Attacco a Teheran Le minacce proferite martedì del ministro degli Esteri saudita al-Jubeir: l’Iran sarà «ben presto punito».Perché non si è mai piegato (nemmeno ai colonizzatori occidentali). E ora i suoi nemici che non vedono l’ora di scatenare su Teheran l’arsenale acquistato a Washington e a Londra
Forze iraniane durante l'attacco al parlamento – Reuters
Attacco a Teheran Le minacce proferite martedì del ministro degli Esteri saudita al-Jubeir: l’Iran sarà «ben presto punito».Perché non si è mai piegato (nemmeno ai colonizzatori occidentali). E ora i suoi nemici che non vedono l’ora di scatenare su Teheran l’arsenale acquistato a Washington e a Londra
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 8 giugno 2017
«Pensi che ce ne andremo? Resteremo, a Dio piacendo». Un vecchio slogan, preso a prestito da al-Adnani, il portavoce dell’Isis ucciso lo scorso anno. Sono queste le parole pronunciate – in un arabo perfetto privo di inflessioni – dai terroristi che ieri mattina sono entrati nell’edificio del majlès, il parlamento iraniano che ha più di cent’anni e in cui sono operativi anche cinque deputati appartenenti alle minoranze religiose. Il parlamento è il luogo simbolo della democrazia perché, per quanto il sistema politico iraniano sia lontano dal rispettare i diritti umani, vanta meccanismi di rappresentazione popolare che non hanno uguali nelle...