Politica
«I soldi devono restare al Nord». Quel filo verde che parte dal Po
La storia Calderoli, l'ultimo giapponese del federalismo di Bossi. Negli anni 90 l’ampolla e la secessione, poi i saggi di Lorenzago partoriscono la devolution. Nel 2009 la Lega ci riprova col federalismo fiscale. Fino all’autonomia di oggi. Mentre Salvini parlava di immigrati e si alleava con Le Pen, lui è rimasto concentrato sul Nord
Roberto Calderoli con Umberto Bossi alle sorgenti del Po
La storia Calderoli, l'ultimo giapponese del federalismo di Bossi. Negli anni 90 l’ampolla e la secessione, poi i saggi di Lorenzago partoriscono la devolution. Nel 2009 la Lega ci riprova col federalismo fiscale. Fino all’autonomia di oggi. Mentre Salvini parlava di immigrati e si alleava con Le Pen, lui è rimasto concentrato sul Nord
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 18 gennaio 2024
Dall’ampolla con l’acqua del Po raccolta sul Monviso (1996) all’autonomia differenziata del 2024 il passo -politicamente parlando- è assai più breve di quanto non facciano pensare i quasi trent’anni trascorsi. Allora alla regia c’era Calderoli, e così è anche oggi. NEGLI ANNI 90, ORMAI SMESSI i panni del chirurgo maxillo- facciale, era un colonnello, l’unico dei bossiani a essere poi sopravvissuto a tutte le stagioni della Lega. Oggi è il grande vecchio che ancora muove le fila dentro una Lega che non è più il Carroccio di Alberto da Giussano, ma un partito che ha cercato di diventare nazionalista, salvo...