Alias Domenica
Identità, feticcio di un decennio prima
Biennale Arte, un consuntivo critico L’irruzione del Covid e della guerra crea una sfasatura fra l’edizione pensata da Cecilia Alemani, che poggia su una proteiforme "theory" di matrice anglosassone, e il drammatico presente. Il disturbante Diego Marcon, la suggestiva Alexandra Pirici...: poche eccezioni in un clima di evasione naturalista e rigidità pedagogica
Katharina Fritsch, "Elephant", 1987
Biennale Arte, un consuntivo critico L’irruzione del Covid e della guerra crea una sfasatura fra l’edizione pensata da Cecilia Alemani, che poggia su una proteiforme "theory" di matrice anglosassone, e il drammatico presente. Il disturbante Diego Marcon, la suggestiva Alexandra Pirici...: poche eccezioni in un clima di evasione naturalista e rigidità pedagogica
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 giugno 2022
Alexandra Pirici, “Encyclopedia of Relations”, 2022, photo Ela Bialkowska Una Biennale sotto la duplice, sinistra insegna della pandemia e della guerra in Europa – il padiglione russo chiuso e vuoto come segno inequivocabile del ritorno della Storia, i lutti, la paranoia, l’anomia degli scorsi due anni ancora ben vivi nella memoria. A contrasto, l’esposizione internazionale curata da Cecilia Alemani, Il latte dei sogni, si presenta come un’indagine intorno a un tema-feticcio del decennio prima – la politica e l’estetica dell’identità –, oggi fatalmente eclissato dall’irruzione di eventi cataclismatici che trasformano in forme impreviste e violente le relazioni tra individui e...