Politica
II «freak-show» di radio parolaccia
L'onda anomala A getto continuo, senza filtri e senza freni, i microfoni continuano a «dare voce alla gente». La voce dei «desperados» dell’etere: Nord contro Sud, naziskin e ultras, leghisti, gli amici del bar e gli sfigati della terra
2019, nella sede di Radio Radicale a Roma – Ettore Ferrari /Ansa
L'onda anomala A getto continuo, senza filtri e senza freni, i microfoni continuano a «dare voce alla gente». La voce dei «desperados» dell’etere: Nord contro Sud, naziskin e ultras, leghisti, gli amici del bar e gli sfigati della terra
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 maggio 2019
Alberto Piccininiil manifesto del 5 novembre 1993
il manifesto del 5 novembre 1993 Al suono del Dies irae di Mozart, «radio parolaccia» riprende le sue trasmissioni. Dal 28 ottobre radio Radicale, di nuovo alle prese con insormontabili problemi economici, ha interrotto le dirette dal parlamento e il resto della sua programmazione per affidarsi all’eloquio torrenziale di venti segreterie telefoniche. Sono sempre accese allo (06) 48.66.55 (ma trovare la linea libera è molto difficile) e al grido di «la parola alla gente», vengono rimandate in onda senza filtri, secondo il modello di quello che già nel 1986 fu uno dei più sconvolgenti esperimenti mediologici italiani. Ne è passato...