Visioni
Il Black Friday e il confine fra desideri e bisogni
Habemus Corpus Il concetto di necessario e di superfluo in un’economia di mercato che ha tutto l’interesse a vendere sempre di più
Una scena della serie «Sex and the City»
Habemus Corpus Il concetto di necessario e di superfluo in un’economia di mercato che ha tutto l’interesse a vendere sempre di più
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 24 novembre 2021
Prendo spunto da un sentito sfogo di Lisa Ginzburg che ieri ha scritto «Parole odiate: Black Friday». Concordo, condivido e rilancio: odiatissimo. Non è una questione di termine linguistico, che anche lì ci sarebbe molto da dire sulla mania di sposare l’inglese, ma proprio di senso profondo. Mutuato, come l’altrettanto da me detestato Halloween, dalle abitudini statunitensi, il Black Friday è diventato un tormentone pubblicitario presentato come la mecca dei consumatori, il giorno o il periodo più felice dell’anno, l’evento cui non ci si può sottrarre, l’attesa del messia degli acquisti in vista del Natale perché… Perché possiamo comprare roba,...