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Il boomerang del 2 per cento alla difesa
Nato/Italia Il 16 marzo, anche l’Italia si è impegnata ad «avviare l’incremento delle spese per la difesa verso il traguardo del 2% del Pil», con l’approvazione a larga maggioranza di un ordine del giorno bipartisan presentato alla Camera dalla Lega e firmato anche da deputati Pd, Fi, Iv, M5S e FdI
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Nato/Italia Il 16 marzo, anche l’Italia si è impegnata ad «avviare l’incremento delle spese per la difesa verso il traguardo del 2% del Pil», con l’approvazione a larga maggioranza di un ordine del giorno bipartisan presentato alla Camera dalla Lega e firmato anche da deputati Pd, Fi, Iv, M5S e FdI
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 19 marzo 2022
Negli ultimi dieci anni, la spesa militare mondiale è cresciuta del 9,3%, il livello di conflittualità rilevato dal Global Peace Index è aumentato del 6,5% e il tasso di sicurezza è sceso del 2,5%. Più armi, evidentemente, non ci rendono più sicuri. Eppure, la guerra in Ucraina ha scatenato una corsa al riarmo in tutta Europa, Italia compresa. Così, malgrado i Paesi Ue spendano già il triplo della Russia per la difesa, ha ripreso vigore il vecchio impegno Nato di destinare al settore almeno il 2% del Pil. Il primo Paese a rompere gli indugi mentre i carri armati russi...