Internazionale

Il buddismo poco pacifico: il caso birmano

Il buddismo poco pacifico: il caso birmano – Illustrazione di Tsherian Snerpa

Speciale in Asia L’89% della popolazione birmana è buddhista theravada (una delle due principali scuole di pensiero buddhista, considerata la più ortodossa, diffusa in Sri Lanka, Cambodia, Laos, Thailandia e, appunto, Myanmar) e viene considerato il paese buddhista più religioso in considerazione della spesa interna dedicata alla religione e della presenza di monaci: dati recenti parlano di 500.000 monaci e 75.000 monache su una popolazione di 53 milioni

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 28 settembre 2016
La terra delle pagode profuma di spiritualità e contemplazione, ma non è tutto oro quel che luccica e anche il buddhismo birmano ospita le sue insidie. Il turista poco informato può rimanere abbagliato dalla sacralità degli stupa dorati, intonacati di bianco o di mattone a vista che ricoprono la valle dell’Irrawaddy; dal rispetto quotidiano evocato dalle infradito di velluto e plastica accumulate scomposte all’ingresso delle pagode; dalle lunghe file di monaci e monache questuanti con le loro ciotole di ceralacca nera. Ma il sogno di una religione che è più una filosofia ed è intrinsecamente portatrice di pace si infrange...

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