Visto che ho suggerito io di prestare attenzione particolare a questo articolo, replico qui ciò che scrivevo nello spazio dedicato al Collettivo digitale, ovvero io penso che questo articolo sia molto importante poichè, pur prendendo spunto dal risultato apparentemente marginale delle elezioni in Molise di domenica scorsa, parla in realtà del destino più generale della sinistra e del “campo progressista” (chiamiamolo così, anche se ci sarebbero tante cose da dire a proposito di questo “campo” e di cosa intendere col termine “progressista”). In particolare sottolineerei questo brano “Un altro progetto, un’altra via non solo era possibile, ma è stata costruita, proposta negli anni e indicata alla Politica e ai vertici dei partiti «progressisti» locali e nazionali da associazioni e movimenti molisani. Un progetto che chiedeva per il governo della regione discontinuità di principi, di programmi e di uomini. Un progetto capace di parlare a quella maggioranza di delusi dai partiti che si astiene dal voto”. E subito dopo “La «coalizione progressista» può contendere il governo alla destra, ma la condizione decisiva è che si realizzi una mobilitazione di forze sociali e un nuovo protagonismo della società civile, e che i tantissimi che si astengono dal voto avvertano la possibilità di un cambiamento reale. Verità elementari che sono state rimosse, e né da Roma sono venute parole e scelte chiare.”
Ecco, ammesso che la sinistra italiana ci possa fare ancora affidamento, sarà proprio su questo che si potrà valutare se l’esperimento “Schlein” avrà avuto successo oppure se sarà archiviato come l’ennesimo (definitivo?) fallimento di rigenerazione del PD. Certo è che la Schlein deve darsi una mossa e al più presto in questa direzione, non c’è più spazio per traccheggi ed equilibrismi da politica politicante d’altri tempi.