Alias
Il Cammino di Santiago come bignami esistenziale
Editoria Una sovrabbondanza di guide tutte uguali, ognuna con la pretesa di essere alternativa. Contro la banalità dilagante della "scoperta sensazionale" come spesso è presentato il viaggio, occorre evidenziare la genuinità dell'esperienza
Editoria Una sovrabbondanza di guide tutte uguali, ognuna con la pretesa di essere alternativa. Contro la banalità dilagante della "scoperta sensazionale" come spesso è presentato il viaggio, occorre evidenziare la genuinità dell'esperienza
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 22 luglio 2017
La standardizzazione dell’introspezione è uno dei caratteri della recente letteratura di viaggio. In questi anni è il Cammino di Santiago ad aver sostituito nei cliché narrativi qualche altro abusato topos turistico. Interi scaffali occupati da pubblicazioni tutte uguali che si presentano tutte inevitabilmente eccentriche ed alternative (non si capisce bene rispetto a cosa). Urge una moratoria che sospenda la vena poetica di questi viaggiatori di mezza età che partono per il Cammino trovando esattamente quello che si aspettano, presentandolo come una sensazionale scoperta spirituale. La banalità è dietro l’angolo insomma, ma il Cammino non si merita davvero la sorte toccata...