Cultura
Il capodanno ebraico tra rinnovamento e indagine interiore
Calendari «Rosh ha Shanà»: lunedì sera si inaugura l’anno 5781 e un mese ricco di celebrazioni e riflessioni profonde. Già per il filosofo Mosé Maimonide dentro questa tradizione si trattava più di esplorare dei percorsi che di seguire delle norme
Un’opera dell’artista Karla Gudeon
Calendari «Rosh ha Shanà»: lunedì sera si inaugura l’anno 5781 e un mese ricco di celebrazioni e riflessioni profonde. Già per il filosofo Mosé Maimonide dentro questa tradizione si trattava più di esplorare dei percorsi che di seguire delle norme
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 3 settembre 2021
Shanà, la parola ebraica che significa «anno», ha un senso paradossalmente duplice: la sua radice infatti fa riferimento tanto al concetto di «ripetere» quanto a quello di «cambiare». Un apparente controsenso che la tradizione ebraica si incarica di spiegare: se infatti da un lato la ritualità implica di per sé la ripetizione di parole e la reiterazione di gesti allo stesso tempo, per evitare che si trasformi in retorica vuota di senso, deve contenere in sé la capacità di innovare e di rinnovarsi. ED È A PARTIRE da questa duplice direzione che si inaugura, la sera di lunedì 6 settembre,...