Internazionale
Il castello di carte cade: «Renzi a conoscenza di chi ha ucciso Giulio»
Italia/Egitto Il New York Times cita fonti dell’amministrazione Obama: «Dagli Usa prove esplosive della responsabilità del Cairo». Il premier rifiutava in pubblico «verità di comodo», mentre Eni lavorava per far rientrare la crisi e «i servizi organizzavano l’intervista di Repubblica»
Fiaccolata a Fiumicello per ricordare Giulio Regeni a un anno dalla scomparsa – LaPresse
Italia/Egitto Il New York Times cita fonti dell’amministrazione Obama: «Dagli Usa prove esplosive della responsabilità del Cairo». Il premier rifiutava in pubblico «verità di comodo», mentre Eni lavorava per far rientrare la crisi e «i servizi organizzavano l’intervista di Repubblica»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 17 agosto 2017
«L’Italia non si accontenterà di nessuna verità di comodo. Potremo fermarci solo davanti alla verità». Così il 26 marzo 2016 l’allora primo ministro italiano Renzi reagiva al palese tentativo di depistaggio di polizia e servizi egiziani: la strage di cinque cittadini egiziani e l’occultamento dei documenti di Giulio Regeni a casa di uno di loro. Lo ribadiva il 15 giugno: «Confermo il massimo impegno affinché sulla vicenda sia fatta luce». Prima di lui a parlare di «piste improbabili» e del rifiuto ad accettare «verità di comodo» era il ministro degli esteri Gentiloni, a poche settimane dalla sparizione di Giulio. In...