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Il cervello di Alice Cooper

Il cervello di Alice CooperSalvador Dalì e Alice Cooper – Annie Leibovitz

L’opera fu presentata nel 1973 alla Knoedler Gallery di New York Quarant’anni fa Salvador Dalì crea un ologramma-ritratto del rocker. Storia di un incontro epocale colmo di «confusione e surrealismo», tra seta, giubbotti di pelle, diamanti (veri), birre, bignè al cioccolato, miele e formiche. «Nessuno capiva nessuno, il maestro parlava contemporaneamente in cinque lingue»

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 21 settembre 2013
Quarant’anni fa, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 1973 un evento (quasi) epocale ebbe luogo: l’incontro a New York tra Salvador Dalì e il rocker Alice Cooper. Entrambi surreali e surrealisti il giusto, entrambi affascinati dai rispettivi personaggi e dalla rispettiva arte. E soprattutto legati dal concetto di «confusione», per tutti e due «la forma perfetta di comunicazione». In quei giorni Dalì darà vita al suo esperimento più rock, un ologramma defininito il primo «Ritratto cilindrico cromo-olografico del cervello di Alice Cooper». Un’opera d’arte inscritta negli annali del rock ma poco nota. Nonostante la presenza permanente dell’originale...

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