Visioni
Il cinema di confine secondo Laila Pakalnina
Incontri Parla la filmmaker lettone anche autrice prolifica e produttrice dei suoi lavori, dove riesce a passare dalla finzione al documentario in maniera personale
Laila Pakalnina
Incontri Parla la filmmaker lettone anche autrice prolifica e produttrice dei suoi lavori, dove riesce a passare dalla finzione al documentario in maniera personale
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 20 gennaio 2015
Nicola FalcinellaGORIZIA
«Faccio film per non dover parlare troppo». Laila Pakalnina, regista lettone che nelle settimane scorse ha ricevuto a Gorizia il premio Darko Bratina – Omaggio a una visione del Kinoatelje, non ama dover spiegare con le parole i propri lavori. Preferisce filmare, difatti è autrice piuttosto prolifica, produttrice e regista dei suoi lavori, uno all’anno o anche di più. Ora ne ha tre in post-produzione, dei quali uno su e uno che riguarda il grande Sergej Eisenstein e uno su una nave che affondò al largo delle coste vicino al confine con l’Estonia. Una filmmaker nota nel circuito dei festival...